Amici di Maria De Filippi, C’è posta per te e quel rosa che fa la cifra
Il successo di due programmi che nascono da un percorso psicologico condiviso che crea l’empatia con il pubblico televisivo
Non c’è niente da fare, che detta così pare una frase un po’ passiva, ma la televisione di Maria De Filippi è tutto tranne che passiva, quindi tocca correggere un po’ il tiro, solo un po’ però, altrimenti si rischia di deragliare e non arrivare alla conclusione che ci siamo dati. Dunque, è proprio così e va preso atto che la televisione di Maria De Filippi è reiterazione e correzione di tiro, in un percorso però la cui traccia è segnata con una linea retta in un bel grassetto. Si, perchè ciò che rende possibile a due programmi come C’è posta per te ed Amici di essere presenti nella nostra televisione da più di vent’anni è proprio la ripetizione di un concetto, che però si allinea ogni anno con quello che incontra per la propria strada, facendolo suo ed in qualche modo adattandolo al mantra che questi due programmi hanno fissato nel loro DNA.
La ripetizione, la ripetitività, il fatto di aver saputo coniugare la loro identità con le persone che incontravano anno dopo anno, hanno donato a questi programmi un allure che ormai va ben oltre la propria volontà. In altre parole, ciò che passa dentro ad Amici e a C’è posta per te è in qualche modo evidenziato da quello che i programmi stessi sono a prescindere. Amici in primis e C’è posta per te a seguire, vivono in fin dei conti di luce propria e quei ragazzi, quelle persone, quelle canzoni, quei balletti, quelle storie, vi scorrono all’interno esaltate dalla cornice che li ospita. Ecco perchè quando capita di vedere i medesimi personaggi, più che altro quelli di Amici, ma ora anche quelli di C’è posta per te (vedi ieri Verissimo per il ciclo piccole Marie crescono, o ci provano) ospiti di altre trasmissioni, quelle stesse persone si guardano attorno quasi stranite, capendo di essere al di fuori della loro comfort zone, che solo i loro programmi nativi gli sanno donare, un po’ come una seconda casa.
Come capita per esempio con il colore rosa di un celebre quotidiano sportivo, tutto ciò che viene ospitato li dentro assume già di per se una sua cifra ben precisa, indipendentemente dai contenuti pubblicati. Amici e C’è posta per te, probabilmente e qui ci esercitiamo in una ardita iperbole, potrebbero costruire, cosi come potrebbero distruggere, senza mattoni. Ma è proprio qui la loro forza, avere quell’autorità, anzi quell’autorevolezza, che scardina da una parte, per costruire dall’altra, ma senza mai veramente distruggere niente e nessuno, anzi tutt’altro. Creano cioè un ambiente che replica in qualche modo il desco familiare, in un clima che si esalta fino a diventare lo specchio della vita faticosamente costruita nella sua quotidianità, comune e popolare.
La forza e certamente l’autorevolezza gli provengono dalla sua conduttrice che se da una parte il sabato sera scandaglia le fragilità e le problematiche dell’essere umano mettendole in primo piano e cercando in qualche modo di accomodarle, la domenica pomeriggio le medesime le trasforma in qualcosa di artistico, al fine di far sbocciare un fiore, ma partendo sempre dall’essere interiore. In entrambi i casi il percorso si trasforma in una specie di seduta psicologica che diventa il vero scheletro delle due trasmissioni. Il cerchio poi si chiude grazie alla grande empatia che da quei percorsi Maria De Filippi riesce a tirare fuori, a beneficio del pubblico televisivo che per questo e per altri motivi più squisitamente artistici, la premia costantemente con gli ascolti.